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Borbonese, intervista a Carlo Morfini

L’Amministratore Delegato ci racconta obiettivi e risultatiQuando si pensa a Borbonese, immediatamente la mente vola alla stampa a occhio di pernice, a borse dalle forme leggere, alla morbidezza della pelle scamosciata, a un mondo di stile understatement.

Dal 1910, quando a Torino Lucia Lorenzoni Ginestrone lancia Borbonese come griffe di gioielli e accessori di moda, fino ad oggi, la maison ha vestito e impreziosito il look di donne cosmopolite che sanno quello che vogliono e lo ottengono con eleganza.

La it-bag “luna”, dagli anni ’70 a oggi è un cult intramontabile, così come la borsa dedicata a Monica Vitti, personaggio iconico che rappresenta i valori del brand.

E se dal 2011 la direzione creativa del marchio è passata a Gabriele Colangelo, dal 2009 la posizione di Amministratore Delegato della maison è occupata da Carlo Morfini, che ha iniziato la sua avventura in Borbonese dopo aver lavorato per altri luxury brand come Gucci, Tod’s e Marni.

In occasione di Milano Moda Donna lo abbiamo incontrato per farci raccontare gli obiettivi di crescita di un brand che fa della qualità la sua bandiera e che non smette di credere nel futuro.

Ieri avete presentato la collezione primavera estate 2012, come ha reagito il mercato?
La presentazione di per sè è un evento di rafforzamento per il brand.
Da quando l’abbiamo mostrata ai buyers la nuova collezione primavera estate 2012 ha ricevuto grande apprezzamento e i risultati sia in fatto di visibilità sia di ordini sono davvero positivi.
Per la prima volta anche grandi catene americane e giapponesi si sono interessate alle nostre linee. La strategia di puntare prima al mercato italiano sia a livello di prodotto sia di posizionamento sta portando i frutti sperati.

Quale pensa sia un plus della vostra strategia?
Credo sia la capacità di dare importanza contemporaneamente alla sostanza e alla forma. Scegliendo Gabriele Colangelo come direttore creativo e abbiando il suo gusto e la sua capacità di interpretare i trend all’attenzione al mercato e alle regole sempre diverse che detta sta facendo in modo che il progresso sia reale e tangibile.
Abbiamo sogni ambiziosi ma raggiungibili e li perseguiamo con grande determinazione tutti i giorni e grazie al lavoro di tutti.
Non ci piacciono grandi effetti speciali preferiamo tutte quelle azioni, magari meno eclatanti, ma che garantiscono un valore duraturo al marchio.

Creatività e business dunque…
Stiamo lavorando con tanto impegno affinchè Borbonese raggiunga e mantega il posizionamento che merita ovvero al pari dei top luxury brand.
Ormai è cinque stagioni che lavoriamo sul prodotto. Per noi è stato fondamentale rafforzare gli elementi chiave del marchio dando importanza prima di tutto alla pelletteria ma concentrandoci anche sui settori paralleli come le linee seta, mare, accessori oltre naturalmente all’abbigliamento.

Che ruolo ha internet nella comunicazione di Borbonese?
Estremamente importante.
Da quando sono entrato in azienda abbiamo dato molto risalto a questo settore sia a livello comunicativo sia commerciale.
Da due anni abbiamo infatti un nuovo sito istituzionale che è stato poi affiancato da un e-commerce.
Oggi, grazie all’esperienza maturata e ai feedback ricevuti, siamo pronti ad affrontare una seconda fase e stiamo pensando a nuove strategie di web marketing e rinnovamento delle nostre vetrine on-line.
Internet è poi uno strumento estremamente utile in fatto di CRM. Una corretta gestione delle informazioni raccolte permette di rispondere alle esigenze del cliente in tempi brevissimi.

Se potesse scegliere un obiettivo da raggiungere…
Internamente ovviamente portare al board il consuntivo positivo di un piano strategico davvero ambizioso.
Direi poi confermare i risultati di crescita ottenuti fino ad adesso frutto della costruzione di un mosaico perfetto e di obiettivi condivisi da tutti. Borbonese è oggi una buona azienda italiana che, nonostante il momento estremamente difficile per il mercato, sta crescendo in doppia cifra sia di fatturato sia di redditività.

Esiste un tipo di donna che incarna i valori della maison?
Non credo molto in questi stereotipi, il prodotto è il nostro obiettivo, la nostra risposta.

Francesca Zottola

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