
L’uomo per la primavera-estate 2020? Bello e dannato. Givenchy sfila per la prima volta al Pitti Uomo e propone una collezione maschile ispirata al giovane Charles Baudelaire, il poeta maledetto de I fiori del male che viene evocato dalla designer inglese Clare Waight Keller nei look proposti. La passerella nei giardini di Villa Palmieri tra piante e aiuole presenta completi con giacche tre bottoni o doppiopetto, dai volumi ampi, e diversi modelli portano un orecchino con la perla sul lobo destro.
Anche le modelle indossano i capi maschili, a conferma che lo stile genderless è quello vincente.
Italia-Francia A/R
«Ho voluto creare una commistione di estetica di mondo antico e moderno – spiega la stilista nell’anteprima – per la mia collezione-debutto con l’uomo, su cui ho riflettuto per due anni prima di realizzarla. Ma ho voluto evidenziare anche il legame tra Italia e Francia. Voglio trasmettere un’energia palpabile, un senso di urbana mascolinità che nasce a Parigi e raggiunge i colli fiorentini. Potete percepire l’unione tra questi Paesi con i disegni dei giardini alla francese e all’italiana che sono a Villa Palmieri, dove si respira anche molta sensualità , visto che il Boccaccio ci ha scritto il Decamerone»Â
60 diverse combinazioni
Linee rilassate caratterizzano le giacche tre bottoni o doppiopetto, morbide, talvolta senza maniche, con spalle anni Novanta, in lucente cotone tecnico, quadri grafici o accennati gessati, accostati a pantaloni anni ’90 a gamba larga o dritta con in vita cinture doppie o a catena. «In realtà ho disegnato dieci tipi di pantaloni diversi da cambiare con le giacche nei miei 60 outfit» rivela Clare Waight Keller. I top, da ciclista in rete con stampa o a fiori e maglia tecnica, si dispongono sotto giacche sartoriali o realizzate in tessuto tecnico, vengono indossate anche con maglie squadrate a manica corta e pantaloni cargo.
Industrial Leitmotiv
La grafia gotica di Fleurs du Mal viene sezionata per comporre stampe astratte, mentre una serie di anorak doppiati e parka vaporosi sono contraddistinti da tessuti coreani ultra-leggeri metallici e lucenti o da vellutato nylon. La propensione di Hubert de Givenchy nei confronti della sfarzosità barocca rinasce nei jaquard italiani storici, con i soprabiti e i pantaloni che si trasformano per abbracciare nuove forme pixellate. Motivi industriali s’intrecciano dando vita a cinture dalla chiusura magnetica, borsoni e zaini da trekking in pelle e jacquard a catena impreziositi da chiusure gioiello.