
Tra reale e virtuale
Come di consueto, la fashion week milanese diventa il momento migliore per inaugurare un nuovo store, tra i flash dei fotografi e una passerella di star, come abbiamo visto in occasione dell’opening del nuovo spazio Stuart Weitzman con ospite la bellissima Kate Moss.
Anche Pinko ha approfittato del glam di Milano Moda Donna per presentare la sua nuova e originale formula di boutique, che ha debuttato nello store meneghino di corso Venezia e dove rimarrà fino a dicembre.
L’Hybrid Shop di Pinko, come dice il nome stesso, non è una boutique tradizionale, e neanche un e-commerce, ma si colloca proprio a metà tra le due tipologie di esperienze di shopping.
Lo spazio possiede sia le caratteristiche tipiche del negozio, in quanto è reale e vanta i classici manichini con esposti gli abiti, e altre associabili allo shopping on line, più veloce e immediato, come i mega tablet incassati alle pareti dai quali è possibile acquistare i capi che non sono disponibili nello store, e con i quali si possono scoprire varianti, accessori e pezzi da abbinare.
Così il cliente può “sfogliare” online tutti i look firmati Pinko, comprare quelli che sono in negozio e ordinare quelli “virtuali” disponibili nel magazzino centrale che gli verranno recapitati direttamente a casa nel giro di 48 ore.
Il concetto di Hybrid Shop si prepara a sbarcare anche negli altri punti vendita del marchio a Milano, da quello da poco aperto in Corso Vittorio Emanuele a quelli di via Montenapoleone, via Torino e Corso Como, pronto ad emigrare anche all’estero, in caso di riscontri positivi.
“L’idea non è diversa da quella delle automobili ibride – spiega Pietro Negra, presidente e fondatore di Pinko – Dieci anni fa nessuno avrebbe scommesso su questi autoveicoli. Oggi invece sono una realtà con la quale fare i conti. Come nelle auto ibride l’energia del movimento ricarica il motore elettrico, consentendo un effettivo risparmio di carburante che ha un impatto positivo sull’ambiente, così l’hybrid shop arricchisce l’esperienza dello shopping di contenuti inediti, consentendo una frequente rotazione del prodotto che gratifica e attrae la cliente finale senza che questo incida sul budget complessivo di ciascun punto vendita. L’integrazione tra reale e virtuale è un punto chiave: è su questo campo che a nostro avviso si gioca il futuro del retail”.