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Pitti Uomo 81, un’edizione da record

I numeri della kermesse
Un Pitti da record chiude oggi, venerdì 13 gennaio, i battenti  a Firenze.

Oltre mille i marchi presenti fra la Fortezza (dove erano in mostra le proposte uomo) e la Dogana (con le precollezioni dedicate alla donna).

Sul fronte dell’affluenza sembra che quest’anno gli arrivi dei compratori si siano spostati in misura significativa sulla seconda metà della manifestazione, ieri i buyers esteri avevano già raggiunto le 7mila unità, mentre la presenza italiana si aggira intorno alle 13.600 unità.

Germania, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Cina, Corea e Russia guidano la classifica dei paesi di provenienza, con gli Stati Uniti in aumento del 10% e altri ottimi risultati che vengono dai paesi nordici, dall’est Europa, dalla Turchia e da altri paesi del sud-est asiatico.

Essendo Pitti Uomo 81 la prima manifestazione dell’anno è anche il momento per fare un consuntivo del 2011 da cui si evince una nota di ottimismo visto che, nonostante il deterioramento del quadro congiunturale (specie europeo) nel secondo semestre, la moda maschile italiana (che comprende l’abbigliamento esterno in tessuto e maglia, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle), grazie alle soddisfacenti performance messe a segno nel corso dell’anno soprattutto all’estero, torna a evidenziare un risultato positivo dopo un triennio di permanenza in area negativa.

Secondo le prime stime elaborate da Sistema Moda Italia e basate sulle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie e sull’andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, il 2011 dovrebbe archiviarsi con un incremento del giro d’affari pari al +3,4%, corrispondente a poco meno di 8,4miliardi di euro.

Con riferimento ai singoli micro-comparti, si denota il ritorno in area positiva per il settore preponderante ovvero l’abbigliamento esterno, che dovrebbe chiudere l’anno con un recupero del +4,7%.
Prosegue il trend positivo avviatosi già nel 2010 per la maglieria esterna e la pelle, mentre la camiceria risulterebbe stabile (+0,5%).
Di contro, il comparto delle cravatte continua a perdere terreno.

Nel 2011 la maggior spinta all’industria italiana della moda maschile è arrivata dal mercato estero, che, dopo la bassa crescita evidenziata nel 2010, ha finalmente trovato vigore, crescendo con tassi a due cifre tanto che, per i dodici mesi si stima una crescita del +10,4% che ha portato il fatturato a 4,8miliardi di euro.

In particolare, le vendite estere di abbigliamento hanno registrato un incremento a due cifre, pari al +13,3%. Ritmi sostenuti hanno interessato anche l’export di maglieria maschile (+12,8%) e di camiceria (+12,6%). Se per le cravatte la crescita si arresta al +2,4% in linea con il basso recupero del 2010, la confezione in pelle presenta, invece, un rimbalzo del +24,3%.

Con riferimento agli sbocchi commerciali, se il mercato comunitario (che rappresenta il 56,8% dell’export di comparto) ha evidenziato un aumento su base annua del +8%, la maggior dinamicità ha riguardato le aree extra-UE, il cui tasso di crescita ha raggiunto il +20,5%.

Anche l’import è in recupero e si prevede una crescita del +10,2% che fa raggiungere al turnover i 3,8miliardi di euro.

Alessandra Iannello

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