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Briatore abbandona il Twiga in Puglia dopo lo stop per abusivismo: “Ha vinto la burocrazia”

Dopo lo stop ai lavori per il Twiga, in Puglia, Briatore si tira fuori dal progetto e tuona contro l’Italia

Flavio Briatore si tira fuori dal progetto del Twiga in Puglia a seguito della messa sotto sequestro del cantiere con l’accusa di abusivismo edilizio. L’anno scorso il noto imprenditore aveva fatto discutere con un’uscita schietta delle sue in cui accusava la Puglia di essere incapace di valorizzarsi a dovere; secondo il suo punto di vista mancavano strutture di lusso capaci di attirare i top spender. Detto fatto: sulla scia di questa riflessione si imbarca nella creazione di una struttura di lusso, sita a Otranto, destinata a essere una spiaggia esclusiva con servizi al top atta ad accogliere una frangia di clienti luxury.

Ora che il cantiere del Twiga è finito sotto sequestro l’imprenditore se ne tira fuori: “Non si può lavorare in Italia. Evidentemente la burocrazia conta più di ogni altra cosa. Così non mi interessa” queste le sue parole a Repubblica-Bari. Briatore ha così deciso di ritirare la licenza per l’utilizzo del marchio Twiga all’impresa Cerra sarl che stava eseguendo i lavori. L’inchiesta del pm Antonio Negro – sulla base di alcuni accertamenti effettuati dai carabinieri e dalla polizia provinciale – ha ravvisato delle irregolarità nelle autorizzazioni rilasciate dall’amministrazione comunale di Otranto. Le ipotesi di reato contestate riguardano violazioni di norme urbanistiche in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e abusiva occupazione del Demanio marittimo.

Sono fuori, certo mi dispiace. Mi sembrava una cosa buona per tutti. Però, evidentemente, a qualcuno non piaceva: vorrei capire se tutte le centinaia di attività come quella hanno ricevuto praticamente un controllo al giorno per un mese e mezzo come è successo a questa. E, tra l’altro, sono sicuro che chi ci stava lavorando aveva rispettato tutte e dico tutte le norme, altrimenti non ci avrebbero messo così tanto per sequestrarlo” amarezza e rabbia, di questo si caricano le parole di Flavio Briatore che abbandona ufficialmente il progetto.