
Fabrizio Corona condannato a un anno grida “Giustizia è fatta” poi bacia la sua Silvia
Un reazione di felicità, nonostante la condanna a un anno: “Sì! Giustizia è fatta!” ha gridato poco fa Fabrizio Corona dopo la sentenza del Tribunale di Milano. La gioia dell’uomo deriva dal sollievo relativo all’assoluzione per altri due reati: intestazione fittizia dei beni e la violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione. Tre mesi di condanna anche per la collaboratrice di Corona, Francesca Persi.
In seguito alla lettura della sentenza Corona ha abbracciato i parenti fra gli applausi dei suoi sostenitori ed è corso a baciare la sua Silvia Provvedi, che gli è rimasta a fianco. Il suo avvocato ha così dichiarato: “Corona resta in carcere perché il Tribunale di sorveglianza ha revocato il suo affidamento, ma, essendo venuto meno il mandato di cattura, le cose cambiano di molto. Fabrizio riprenderà, quindi, il suo percorso. Sono felice, felicissimo continuo a ridere e sono anche un po’ distrutto, perché Fabrizio, subito dopo la lettura della sentenza, mi ha riempito di botte e mi ha detto “sei fortissimo”. Avevo detto che il giudice Salvini era un fuoriclasse e così è stato. Già sei mesi fa, ha aggiunto rivolto ai cronisti, aveva detto che non esisteva il reato di intestazione fittizia e che Fabrizio non c’entra niente con la mafia e nemmeno con la criminalità organizzata”.
Nelle sue dichiarazioni spontanee prima della lettura della sentenza Corona ha citato il «daimon» (lo «spirito guida») di Platone e ha definito la Provvedi: “unica e speciale, un amore vero“. Per poi aggiungere: “Non sono un criminale e soprattutto non sono e non sarò mai un mafioso. Fuori sono rimaste mia madre, che darebbe la vita per mio figlio ma si sta facendo vecchia e la mia fidanzata che è molto giovane ma è unica e speciale, e quello che ha fatto per me non l’avrebbe fatto nessuna donna. Ho questa piccola famiglia, mi aspetta ed è l’unica cosa che voglio, i soldi non mi interessano, potete anche tenerveli. Datemi ciò che è giusto e fatemi riprendere il percorso da dove lo avevo interrotto”.